Ghetto Ebraico di Padova

Alla fine del medioevo Padova era una delle più prestigiose città d’Europa, punto di eccellenza per la cultura, la sua Università era tra le più frequentate del tempo.
Lo scambio culturale grazie all’università e il commercio portarono all’arrivo in città degli Ebrei, che facevano di queste arti la loro forza.
Essi infatti erano gli unici a poter essere “prestatori di denaro” e i loro “banchi dei pegni” erano frequentati sia dagli studenti che dai professori.
Questo connubio portò la comunità ebraica a crescere ed entrare sempre più nella vita della città.
Nel 1516 il governo Veneziano ordinò l’isolamento della comunità ebraica dal resto degli abitanti a causa della religione e della loro pratica nella finanza (prestatori di denaro e venditori di oggetti di seconda mano),
considerati dai cristiani lavori degradanti. Venne così creato un quartiere destinato ai soli ebrei, il primo ghetto della storia.
La parola ghetto deriva dal veneziano “ghèto”, che significa fonderia, il luogo dove si “gettava” il metallo.
Il termine in un primo tempo designava perciò il quartiere delle fonderie a Venezia, che era anche quello dove si erano stabiliti gli ebrei.
Gli Ebrei Aschenaziti, originari della Germania, pronunciavano questo nome con la g dura da cui l’odierno ghetto. In seguito con la stessa parola sarebbero stati indicati i quartieri abitati, più o meno coattivamente, dagli ebrei.
Padova istituì il suo ghetto nel 1603, si trovava a sud della Piazza delle Erbe e si snodava in un labirinto di stradine strette.
Era racchiuso da cinque porte, ciascuna chiusa e sorvegliata nella notte da un ebreo e da un cristiano, pagati dalla comunità ebraica.
Una caratteristica di questi quartieri era, vista l’impossibilità di uno sviluppo laterale, l’altezza degli edifici che raggiungevano anche i 5 piani.
A Padova c’erano in tutto tre sinagoghe. Una di rito tedesco, incendiata nel 1943 dai fascisti, restaurata completamente nel 1998 e oggi sede del Museo della Padova Ebraica.
La seconda di rito sefardita, costruita nel 1617 su iniziativa dell’importante famiglia Marini, che rimase in funzione fino al 1892.
La terza e unica attualmente in uso, di rito italiano, riaperta dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Il ghetto fu abolito nel 1797, anno in cui, sotto la spinta della Rivoluzione Francese, gli ebrei furono dichiarati liberi e uguali.

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